Il che significa che, a occhi chiusi, sentiremo ogni traccia esattamente
dall'angolazione e dalla prospettiva scelta dall'artista.
Un po' come nel Cinema 3D, i suoni ci verranno incontro.
Un gran bel progresso rispetto al microfono panoramico
al centro della sala prove!
Magari il rischio e' quello di perdere un po' di groove,
anche per il perfezionismo c'e' un prezzo da pagare.
Naturalmente l'8D si può' sperimentare solo in cuffia,
e considerando il fatto che in commercio ci sono
degli ottimi lettori MP3 e delle ottime cuffie,
possiamo tranquillamente "sperimentare" anche durante una passeggiata o una corsa!
Sono sicuro che l'esperienza sarà' più' mentale che emotiva, pero'…. perché' no???
Naturalmente la musica melodica e sentimentale degli anni '60
non avrebbe avuto bisogno di tanta tecnologia...
...era l'artista a “riempire” con la sua passione!
Certe interpretazioni non avevano bisogno di una
cosi elevata manipolazione sonora...
Oggi, aime', non tutti hanno quel pathos che rende una canzone eterna!
Colpa dei discografici che puntano tutto sul commerciale?
Non lo so e non e' questo l'argomento base.
Il fatto strano e' che, mentre si e' raggiunto un livello di mixaggio e mastering
veramente notevole, d'altra parte quasi nessuno acquista e ascolta piu'
un CD con un buon impianto... al massimo si utilizza Youtube e altre
piattaforme... dal cellulare!!!
Ma il mondo e' bello perche' e' vario!
Non so se ascoltare Led Zeppelin, Deep Purple o Black Sabbath in 8D
sarebbe una buona idea... senza i “ronzii” del vinile!
Ogni scoperta risponde ad una necessita'...
L'8D accontenta I “maniaci” del suono!
Portare ciascun strumento al massimo potenziale espressivo e'
senza dubbio un grande vantaggio...
L'importante e' che alla base (ovviamente) ci sia un brano gia' di per se valido!
La tecnologia puo' colmare le lacune di un musicista... fino ad un certo punto!
Non bastano due note mixate perfettamente a rendere “grande” una canzone.
La mia non e' una critica, ma vedo la musica come un'esperienza emotiva, non mentale.
Insomma, la tecnologia ha portato la musica ad essere
una specie di giardino Zen…massima cura anche e soprattutto per i dettagli!
Tutto questo può' far credere che per un artista, fare un disco sia uno stress…
In realtà' e' proprio l'artista che "pretende"… a costo di passare dei mesi in studio!
Anni fa magari, poche settimane in studio, e via a fare serate nei locali!
Secondo me il segreto e' questo: Un musicista, in un qualsiasi momento della giornata, ha un lampo…
gli viene in mente una melodia… la registra per non dimenticarla… poi, man mano che la ascolta,
inizia ad armonizzare, dare ritmo… percepisce quali strumenti la possano "creare"… e alla fine, nella sua mente, il brano e' già' nato!!!!
Per via di questa dote, come dicevo prima, "pretende" da chi sta al mixer,
che la canzone sia praticamente identica a come suona "nella sua mente"!!! Fantastico!!!
Praticamente si può' paragonare questo fenomeno a quello del medico
che fa una diagnosi o una semplice visita… non va a caso…
cerca riscontri per quello che lui ha intuito essere il problema!!!
A ciascuno la propria musica...
A ciascuno la propria dimensione!!!